A vegan recipes' blog for those who love eating healthy, with taste for the palate but also for the eyes, and do good to the environment and not harm animals...

23/12/15

BUON NATALE D'AMORE PER TUTTI GLI ESSERI VIVENTI

Eccoci, manca poco a Natale, volevo scrivere un post leggero e farvi auguri altrettanto leggeri...
Poi, a pensarci bene, non ci sono riuscita. 
E non ho potuto nemmeno regalarvi una ricetta alla fine di quanto ho scritto, perchè -scusatemi- non voglio togliere peso alle parole, non voglio che pensiate, Ok, ora veniamo alle cose buone...

A novembre sono successi molti fatti di cronaca -alcuni gravissimi- che mi hanno fatto molto riflettere.
Primi su tutti, gli attentati di Parigi.
Poi la morte di Moira Orfei.
Per ultimo ho visto circolare la foto di un ragazzino-torero di 8-10 anni in un'arena che da le spalle ad un toro ferito.


Penso che tutto parta dall'educazione e dalla cultura.

Non tollero molto i discorsi razzisti che ho sentito ovunque, non tollero l'incoerenza e l'ignoranza. Sopporto male anche i pecoroni, le frasi fatte, i luoghi comuni, le parole ripetute a pappagallo ma pensate (poco) da altri, la tv e i suoi talk-show.

So poco, molto poco, di politica, tanto meno di politica internazionale.
Invece là fuori tutti grandi esperti, tutti che sottoscrivono frasi della Fallaci, tutti a sentenziare. 

Ora, piango per i morti, tutti.
Quelli di Parigi e quelli di Beirut, per i morti in Siria e in Russia, e anche per quelli che sono morti in Africa prima di questi e tuttora muoiono; piango, perché tutti avevano genitori, figli, fratelli, amici; tutti i morti avevano una vita, qualcuno di sicuro aveva dei sogni e dei progetti che non potranno più realizzare; piango perché i morti sono tutti uguali, perché togliere la vita è un atto atroce, un peccato mortale, un gesto senza ritorno, ineluttabile. 

E poi piango perché qualcuno ha chiesto la morte di chi ha portato morte, credendo così di insegnare qualcosa, di ottenere una rivincita, di dare una lezione. 
E questa richiesta di vendetta è indiscriminata, non fa distinzioni, è cieca.
Che avessero il coraggio, queste persone, di alzare la loro mano armata di fronte ad un altro uomo o un bambino e prendersi la responsabilità di un atto senza ritorno, colpevole senza attenuanti, come l'uccidere un altro essere vivente. 
Invece invocano l'esercito e lo Stato e le bombe perché qualcuno faccia ordine e pulizia per loro.

E questo mi fa poco ben sperare per gli animali, che allo stesso modo vengono quotidianamente allevati ed uccisi, ma lontano dagli occhi e dal cuore di chi poi se ne ciba. 
Che valore ha la vita di una animale se non ha nessun valore quella di un uomo? 

Per questo credo che tutto parta dall'educazione. 
Empatia, rispetto, coerenza.
Insegnamo più ai nostri figli valori simili? Direi di no.
Insegnamo invece la paura e l'egoismo, che il giusto lo puoi adattare alle tue esigenze, che il bene ha due pesi e due misure, che ci sono vite che hanno più valore e altre che ne hanno meno o non ne hanno affatto. 
Insegnamo che se le cose sono scomode o brutte si può guardare altrove, distogliere lo sguardo, delegare.

Moira Orfei ha creato un grande business sfruttando gli animali. 
Ha detto cose atroci sulle bestie con serena disinvoltura; ha importato, torturato e maltrattato centinaia di elefanti, tigri, foche e cavalli nella convinzione che fossero esseri inferiori e che fosse giusto sottometterli con ogni mezzo per ottenere obbedienza.
Ma da cosa nasce questo suo pensiero? 
Dall'educazione ricevuta, perché prima di lei genitori e nonni facevano lo stesso. E ci hanno costruito un impero. 
Poche menti illuminate avrebbero saputo, al suo posto, comprendere che tutto ciò in cui le persone a loro più care tenevano, credevano ed insegnavano da generazioni, fossero sbagliate, aberranti, lontane dal vero bene e dalla Natura a cui apparteniamo.
Per cui non è giustificabile, Moira, ma è comprensibile. 
A poco serve rallegrasi per la sua morte, perché dopo di lei altre generazioni sono state allevate nello stesso spirito, dove non c'è spazio per empatia e rispetto per gli altri esseri viventi.

E questo mi riporta alla foto, -agghiacciante ai miei occhi- del bimbo torero
Perché in Spagna esistono scuole dove si insegna fin da piccoli ad uccidere tori in un'arena. 
È una tradizione e c'è chi continua a perpetrarla.
Ha colpa quel bambino a cui insegnano che è giusto così,  a non tremare di fronte al sangue, perché la vita di un toro non ha valore, ma il valore semmai viene dalla sua morte? 
Ha senso condannare un giorno l'adulto che sarà perché, senza scrupoli, infilzerà animali fino allo stremo, senza pietà, senza sentire un filo di tenerezza?
Se esistono i toreri sono dunque tutti colpevoli gli Spagnoli?

Ecco, allora io voglio crescere mia figlia diversamente, voglio che capisca che la vita ha un valore, quella degli uomini e quella degli animali, tutti, senza distinzione. 
Non ci sono categorie, non c'è una serie A e una serie B, non amiamo i cani e i gatti e facciamo uccidere da altri, per gola, vitelli, maiali e cervi; non amiamo profondamente i nostri amici e poi chiediamo con cinismo la testa di chi vive a 100 mila chilometri di distanza perché è arabo o nero o mussulmano e qualcuno ci spinge a pensare che siano la causa di tutte le guerre.

La guerra è un grande business. 
Non chiediamo la pace, non speriamo che le guerre finiscano. 
Non succederà. 
Come non chiuderanno tutti gli allevamenti e i macelli.
Ma possiamo sempre scegliere, senza seguire il flusso, la tradizione, il pensiero dominante.
Non cediamo all'odio indiscriminato, non rinunciamo alla coscienza, non smettiamo di tenere gli occhi aperti e il cuore vigile.
Creiamo pace intorno a noi, educando al rispetto, alla non-violenza e all'amore i nostri bambini. 

Questi sono i miei pensieri natalizi, perché il Natale è uno stato del cuore, un costante sentire di far parte di qualcosa di immensamente più grande, un proposito che non si spegnerà a Gennaio 2016. 

21/12/15

FOCACCIA SENZA GLUTINE DI FARINE BUONE - GLUTEN FREE FOCACCIA

La ricetta di oggi l'ho trovata su Veganly.it, portale di ricette vegan di cui faccio parte, ma che ne raccoglie tantissime! E' di Emanuela, il cui bellissimo blog si chiama La Rapa Cruda. Non la conosco personalmente, ma seguitela perchè è molto creativa e le ricette funzionano (cosa non scontata)...

Se vi ricordate avevo comprato online da Natuvarabio.com la farina di tapioca?
Ecco, l'ho usata proprio qui, perchè è una farina versatile, senza glutine, molto nutriente ed essendo ricca di amido, dona sofficità agli impasti.

La ricetta originale prevedeva -tra gli altri ingredienti- l'uso di lievito di birra secco e farina di ceci.
Il primo non l'avevo, la seconda non mi fa impazzire, dato che conferisce un forte sapore a tutto quello che tocca e diventa troppo caratterizzante, a meno che stiate facendo una frittata di ceci ;)

Ho utilizzato un lievito madre attivo. Ce ne sono molti, ma questo funziona davvero!
Il marchio è Ruggeri e l'ho trovato alla Coop (grazie alla dritta della mia amica Anna).

A Natale, al posto del solito pane, portate in tavola questa, andrà a ruba, è perfetta per tutti, grandi, piccoli ed intolleranti! Cosa chiedere di più?

Ingredienti per una teglia:

150 gr di farina di riso
75 gr di farina di tapioca
70 gr di farina di quinoa
310 ml di acqua
25 gr di lievito madre secco
1 cucchiaino di malto di riso
3 cucchiai di acqua
sale e olio evo q.b.

lisabivegcook

Miscelate gli ingredienti secchi: farine, una presa di sale e il lievito madre secco. Poi aggiungete 2 cucchiai di olio extravergine e il malto, quindi l'acqua.
Mescolate con un cucchiaio di legno finchè l'impasto sarà ben amalgamato.
Il risultato è un composto piuttosto morbido e appiccicoso.
Ora foderate una teglia da 21 x 31 cm circa con la carta forno, ungetela abbondantemente, quindi stendete l'impasto della focaccia.
Lasciate lievitare in forno, ben coperto, almeno 4 ore, meglio tutta la notte.
La focaccia crescerà un pochino, ma non vi aspettate la resa di quella classica, in questo caso non c'è glutine e la lievitazione è, di conseguenza, ridotta.

Delicatamente, con i polpastrelli fate dei buchi su tutta la superficie (si staccheranno dei pezzi di impasto, voi rimetteteli dove erano!).
Ora in un bicchiere unite 3 cucchiai di acqua e 3 di olio evo, mischiateli bene con una frusta, quindi spruzzateli sulla superficie della focaccia.
Terminate con un macinata di sale grosso integrale.
Infornate per 10 minuti a 200 gradi, poi per altri 15 a 180 gradi.

Il profumo è divino e inonderà casa; la vostra voglia di carboidrati e zuccheri sarà soddisfatta al 100%; i sensi di colpa si nasconderanno dietro al fatto che tutto ciò è gluten free e appena possibile la rifarete!

lisabivegcook
Bibi dice "piace" e "no piace", questa piace :D
Ingredients for a pan:

150 gr rice flour
75 gr tapioca flour
70 gr quinoa flour
310 ml of water
25 gr dry yeast
1 teaspoon rice malt
3 tablespoons water
salt and olive oil q.s.

Mix the dry ingredients: flour, a pinch of salt and the dry yeast. Then add 2 tablespoons of olive oil and malt, and water.
Stir with a wooden spoon until the dough is well mixed.
The result is a compound rather soft and sticky.
Now line a baking sheet 21 x 31 cm with parchment paper, grease it thoroughly, then roll out the dough of the focaccia.
Let rise in oven, well covered, at least 4 hours, preferably overnight.
The focaccia will grow a little, but do not expect the yield of the classic one, in this case there is no gluten and the leavening is, accordingly, reduced.

Gently, with your fingertips do the holes over the entire surface (pieces of dough will come off, put them back where they were!).
Now in a glass mix together 3 tablespoons of water and 3 of olive oil, then sprinkle on the surface of the focaccia.
Finish with a pinch of salt.
Bake for 10 minutes at 200 degrees, then for a further 15 to 180 degrees.

The scent is divine and will flood the house; your craving for carbohydrates and sugars will be met at 100%; guilt will hide behind the fact that everything is gluten free and as soon as possible you redo it!

lisabivegcook