Eccomi qui!
Sei giorni dalla nascita di Bianca...
Siamo a casa, da ieri...
Se volessi raccontarvi bene tutto quello che è successo in questi giorni non finirei più: sono stati i momenti più intensi della mia vita!
Che dire quindi?
Che è un'esperienza meravigliosa, difficile, dolorosa, a tratti atroce, inaspettata, stupefacente, incomprensibile, magica, divertente, stressante, appagante, incredibile...
Un'altalena di sentimenti e di emozioni che non mi era mai capitata, di cui ti rendi conto solo quando ti fermi un attimo e riguardi quel film, prima che la memoria lo distorca, prima che la testa e il cuore scelgano cosa conservare e cosa lasciare andare per il giorno in cui lo racconterai proprio a lei, quando sarà abbastanza grande per capire, abbastanza matura per ascoltarti...
E' un flusso di pensieri il mio, niente di organizzato, strutturato, sono le immagini che ho in testa, sono i battiti del mio cuore, i brividi di questi giorni...
Il travaglio, i dolori, l'ospedale, le pareti azzurre, Andrea, il cesareo d'urgenza, le notti in ospedale, la tua bimba piccola come un coniglietto, un essere distinto da te, che dovremo imparare a conoscere, un amore in boccio, un amore infinito ancora in potenza, i miei passi da convalescente, il suo pianto, i suoi occhi, il suo naso, la pelle di pesca, le manine da vecchietta, i capelli sottili, la mia inadeguatezza totale, la certezza istintiva che si può fare, la mia vicina araba al quarto figlio, mai una piega, come se madre ci fosse nata, nell'altra camera (a pagamento) la ragazza che ha fatto il corso pre-parto con me, già truccata dopo un giorno, capelli perfetti, bambino adorabile, come lavare il tuo bebè, cambiarlo, proteggerlo, Bianca con le tutine enormi, intanto i controlli, le flebo, il drenaggio, il cibo cattivo, l'infermiera carina, quella severa, quella stronza, mal di schiena, mal di gambe, male tutto, il seno che inizia a produrre latte, la sua boccuccia di rosa che morde come un coccodrillo, il sonno che manca, il desiderio di lavarsi davvero, le forze segrete del corpo, i consigli di tutti, i messaggi d'auguri, gli abbracci, la gioia di chi ti guarda anche se non ti conosce, l'affetto di chi ti vuole bene, mia madre che piange, mio padre che non c'è più, Andrea sempre presente, iperattivo, amorevole, emozionato, tremante, forte, felice, il papà di Bianca, gli occhi vispi di Bianca, il pianto leggero, la confusione, la commozione, la vita...
A casa di nuovo tutto daccapo... Inizia l'avventura, tutti dicono, ed in effetti è così: la tua vita precedente è andata, il tuo spazio è dimezzato, l'ordine è sconvolto, un uragano sta passando di qui, Bianca, Bianca, Bianca... Ma non mi interessa, sono confusa e felice, Bianca, l'unica cosa che conta... Bianca, Andrea e io.
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Vi lascio una ricetta, che ovviamente non ho preparato oggi, ma che previdentemente avevo già da parte, un bel Quattro Salti in Padella Vegan ;)
Sappiate che ne ho qualcuna altra in serbo, non molte, poi chissà se riuscirò a riprendere un ritmo decente... Mangiare dovremo pur mangiare, dopo tutto, e non vorrei perdere la buona abitudine di mangiare bene! Quindi cercherò di non abbandonare il blog e il motivo per cui è nato, cioè l'amore per la cucina...
FRITTATA DI CECI CON CAVOLO CAPPUCCIO E SALSA VERDE:
Mmmmm... Mi rendo conto che non si presenta al meglio.
Mi perdonate?
Insomma, di per sé tanto belle, le frittate, non sono.
Infatti si dice Ho fatto una frittata per dire di aver combinato un pasticcio... E un motivo ci sarà!
Peraltro il piatto di oggi non sa di frittata, non è morbido come una frittata, non centra un cavolo con una frittata, ecco!
Allora troviamogli un'appellativo, una definizione!
E' un po' come chiamare con lo stesso nome due fratelli solo perché nell'aspetto si somigliano, lo trovereste giusto? Non credo.
E' una torta di ceci, è un pancake di ceci, è una cosa rotonda di ceci cotta in padella....
Ah! Ma non è una farinata come la chiamano a Genova o cecìna come dicono in Toscana?
Aiutoooo!
Chiamatela come vi pare, su... In fin dei conti chissenefrega.
Però non farifrittata, ecco questo nome proprio non lo tollero! Da dove è uscito? Perché? Fa tanto rosticceria vegana triste :(
Oh mamma, sto diventando acida?! Ok, va bene anche farifrittata.
Io, nel titolo, ho lasciato frittata, ma se mi date un bel nome lo cambio! Giuro!
Infatti si dice Ho fatto una frittata per dire di aver combinato un pasticcio... E un motivo ci sarà!
Peraltro il piatto di oggi non sa di frittata, non è morbido come una frittata, non centra un cavolo con una frittata, ecco!
Allora troviamogli un'appellativo, una definizione!
E' un po' come chiamare con lo stesso nome due fratelli solo perché nell'aspetto si somigliano, lo trovereste giusto? Non credo.
E' una torta di ceci, è un pancake di ceci, è una cosa rotonda di ceci cotta in padella....
Ah! Ma non è una farinata come la chiamano a Genova o cecìna come dicono in Toscana?
Aiutoooo!
Chiamatela come vi pare, su... In fin dei conti chissenefrega.
Però non farifrittata, ecco questo nome proprio non lo tollero! Da dove è uscito? Perché? Fa tanto rosticceria vegana triste :(
Oh mamma, sto diventando acida?! Ok, va bene anche farifrittata.
Io, nel titolo, ho lasciato frittata, ma se mi date un bel nome lo cambio! Giuro!
Ingredienti (padella diametro 28 cm):
200 gr di farina di ceci
acqua q.b.
un pizzico di bicarbonato
2 cucchiaio di olio evo
1/4 di cavolo cappuccio bio
una manciata di uvette
un cucchiaino di semi misti (sesamo, girasole, lino, zucca)
rosmarino fresco
sale e pepe q.b.
Per la salsa:
1 broccolo piccolo bio
100 ml di panna vegetale
1 cucchiaio di olio evo
sale e pepe q.b.