A vegan recipes' blog for those who love eating healthy, with taste for the palate but also for the eyes, and do good to the environment and not harm animals...

27/01/16

MISO CON SOBA E PROGETTI NUOVI NUOVI - MISO SOUP WITH SOBA NOODLES

Lo so, è parecchio tempo che non aggiungo nuove ricette sul blog.
Mi perdonerete ma la fine del 2015 e l'inizio dell'anno nuovo sono stai carichi di attività, nuove idee, progetti e corsi.

Ho cucinato parecchio per amici e parenti durante tutto il periodo pre e post natalizio... 
E devo ammettere di essere arrivata a Capodanno parecchio stanchina! 

Andando con ordine, prima di tutto, in collaborazione con il team di NetworkMamas (se non sapete cos'è scopritelo qui, anche perchè potreste aver bisogno di una di noi) ho scritto un piccolo e-Book di ricette facili e utili in quei momenti in cui il tempo manca, ma non manca il desiderio di trattarsi bene e di mangiare cose buone e sane.
Uscirà in febbraio e lo verrete a sapere! 
Non perdetevelo ;)

Poi ho iniziato una collaborazione con una rivista di cucina, si chiama BBC Vegetarian, Sprea Editori, che raccoglie tante idee Veg davvero ottime.
Ho preparato per loro 5 ricette con relative foto, per cui, quando uscirà il prossimo numero, tutti in edicola!!

Ho pianificato i nuovi corsi: con Marta, da Libella, a Saronno, un giovedì sera al mese, e poi a Milano, presso Cucina In, sempre di domenica (le date e i temi li trovate qui).
Non vi resta che iscrivervi!
Il primo corso è stato giovedì 21 gennaio, abbiamo trattato tre tipi di riso in tre preparazioni semplici ma gustose; il secondo invece è imminente, il 31 gennaio, e faremo sette preparazioni "fast & good", per soddisfare tutte quelle persone che si lamentano che per mangiare Vegan ci vuole più tempo, nonostante ammettano che sia il tempo miglior speso!
Qualche posto c'è ancora, se ci fosse qualche ritardatario, veloceeee!!

Ora, organizzazione dei corsi a parte, la prossima settimana dovrò anche preparare il famoso esame che sosterrò al Joia il 6 febbraio, esame conclusivo del primo Corso Professionalizzante che ho terminato lo scorso autunno.
Preoccupata? Noooo, ma figurati! 
Ci sarà solo lo chef Leeman e altri suoi 3 chef ad assaggiare e valutare un paio di piatti fatti da me.. 
È tutto sotto controllo! Ahahaha...

Qualche altro progetto giace nell'ombra ancora in fase embrionale, di sicuro se riuscirò a trovare il tempo per svilupparlo lo saprete. State tuned!

Il 31 sarà anche il compleanno della mia Bibi, che cresce come una matta peperina impenitente :)
Fa due anni: quante cose sono successe da quando è arrivata tra noi... 
Abbiamo rivoluzionato la nostra vita, sia io che Andrea e lei di sicuro ci ha messo del suo per sconvolgere ogni equilibrio!
Fare la mamma e cercare di lavorare è davvero complicato; ci sono giorni in cui vorrei solo partire per una vacanza; ci sono giorni in cui Bianca è intrattabile e io pure, quindi facciamo scintille; ci sono momenti in cui mi chiedo chi me l'ha fatto fare, altri in cui vorrei tanto la mia vita precedente, quando ero padrona del mio tempo, potevo uscire a cena, andare al cinema, leggermi un libro, dormire o no, senza pensieri di sorta...
Eppure vederla crescere è meraviglioso, appagante, emozionante, divertente, sorprendente... 
Quale altra cosa nella vita ti può dare tante emozioni positive tutte insieme e tutte ad altissima intensità? Per me nessuna... 
Un bambino è pura magia e riempie di amore ogni giornata, anche la più difficile!

Ora non può mancare una ricetta!
Ieri sera ho fatto questa zuppa di miso con gli spaghettini di soba e mi è piaciuta così tanto che la rifarei ogni sera.

Gli spaghetti di soba sono spaghetti di frumento e grano saraceno tipici giapponesi (li trovo nei negozi etnici) e sono buonissimi anche con le verdure tagliate a julienne saltate in padella con semi di sesamo e salsa di soia.

In genere vengono serviti freddi (in estate) o caldi, in un brodo fatto con funghi shiitake, mirin (una sorta di sakè), salsa di soia e cipollotto fresco.
In realtà ne esistono moltissime altre versioni: con il pesce, il tofu, con l'uovo, con la patata dolce, le alghe, ecc...
Quindi sentitevi liberi di mangiare i vostri spaghettini un po' come vi pare!

Il miso, invece,  è un prodotto che deriva dalla fermentazione della soia, è molto salutare, come tutti i prodotti fermentati e dovremmo utilizzarlo più spesso anche nella nostra cucina.
Non bisogna però farlo bollire, quindi va aggiunto a fine cottura, a fuoco spento.
Io lo trovo nei negozi di prodotti biologici, in vasetto.
Ha un gusto molto deciso e molto salato, e sia l'aspetto, come il gusto e l'odore, variano a seconda della stagionatura, della composizione e, ovviamente, della qualità del prodotto.
Il miso viene usato per condire ed insaporire brodi, minestre, salse, marinature, paté e anche biscotti.
Esso compare in molte ricette della tradizione giapponese, tra cui la più comune è la zuppa di miso, ma anche il ramen o la zuppa di udon.
E’ un alimento vegetale che contiene tutte le proteine nobili in buona quantità.
È inoltre ricco di enzimi, simili a quelli dello yogurt, e migliora la flora batterica intestinale.
Con i suoi 3200 mg di sodio per 100 gr, può essere sconsigliato agli ipertesi.
Contiene inoltre circa 2 mg di vitamine del gruppo B per 100 gr, protettrici del tessuto epidermico e nervoso.

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Ingredienti per 2 porzioni:

200 gr di spaghetti di soba
2 lt di acqua
1 carota grande
1/2 cipolla
1 costa di sedano
8 funghi shiitake secchi
2 cucchiai di alghe wakame secche
2 cucchiai di tamari
2 cucchiai di sesamo tostato
2 cucchiaini di miso

Per prima cosa preparate il brodo di verdure facendo bollire per circa 30 minuti la carota, la cipolla, il sedano e i funghi shiitake (fondamentali per la riuscita di un buon dashi -leggi brodo- giapponese).

Intanto tostate in una padellina antiaderente i semi di sesamo e teneteli da parte.

Ora togliete dal brodo carota, sedano e cipolla (ma lasciate i funghi) e rimettetelo sul fuoco.

A parte, in una tazza, stemperate il miso in qualche cucchiaio di brodo o acqua tiepida.

Aggiungete il tamari (salsa di soia) e le alghe secche, riportate a bollore e cuocete gli spaghettini per circa 3 minuti.
Se il brodo si dovesse asciugare troppo potete aggiungere acqua calda.
Spegnete il fuoco e aggiungete il miso sciolto.
Mescolate bene, quindi servite con una spolverata di semi di sesamo tostati.


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Ingredients for 2 servings:

200 gr soba noodles
2 lt water
1 large carrot
1/2 onion
1 celery
8 dried shiitake mushrooms
2 tablespoons dried wakame seaweed
2 tablespoons tamari
2 tablespoons toasted sesame
2 teaspoons miso

First, prepare the vegetable broth boiling for 30 minutes carrot, onion, celery and shiitake mushrooms (fundamental for the success of a good Japanese dashi, read broth).

Meanwhile, in a nonstick pan toast sesame seeds and keep them aside.

Now remove from broth carrot, celery and onion (but leave the mushrooms) and put it back on the fire.

Separately, in a bowl, dissolve the miso in a few tablespoons of broth or warm water.

Add the tamari (soy sauce) and dried seaweed, and cook the noodles for about 3 minutes.
If the stock you were too dry you can add hot water.

Turn off the heat and add the miso.
Mix well, then serve with a sprinkling of toasted sesame seeds.

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08/01/16

NUOVI CORSI 2016

 Ecco i nuovi corsi che vi aspettano per la prima parte del 2016 
Scrivetemi o chiamatemi per qualsiasi domanda o informazione.

VI RICORDO ALCUNI PUNTI IMPORTANTI:
1) E' necessario pagare l'intera quota del corso per considerarsi iscritti entro una settimana prima del corso a cui si è interessati.
2) Sono previsti sconti per chi acquista almeno 3 corsi a scelta.
3) Le disdette che arriveranno la settimana precedente al corso non saranno totalmente rimborsabili, ma sarà trattenuta metà della quota di partecipazione.

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23/12/15

BUON NATALE D'AMORE PER TUTTI GLI ESSERI VIVENTI

Eccoci, manca poco a Natale, volevo scrivere un post leggero e farvi auguri altrettanto leggeri...
Poi, a pensarci bene, non ci sono riuscita. 
E non ho potuto nemmeno regalarvi una ricetta alla fine di quanto ho scritto, perchè -scusatemi- non voglio togliere peso alle parole, non voglio che pensiate, Ok, ora veniamo alle cose buone...

A novembre sono successi molti fatti di cronaca -alcuni gravissimi- che mi hanno fatto molto riflettere.
Primi su tutti, gli attentati di Parigi.
Poi la morte di Moira Orfei.
Per ultimo ho visto circolare la foto di un ragazzino-torero di 8-10 anni in un'arena che da le spalle ad un toro ferito.


Penso che tutto parta dall'educazione e dalla cultura.

Non tollero molto i discorsi razzisti che ho sentito ovunque, non tollero l'incoerenza e l'ignoranza. Sopporto male anche i pecoroni, le frasi fatte, i luoghi comuni, le parole ripetute a pappagallo ma pensate (poco) da altri, la tv e i suoi talk-show.

So poco, molto poco, di politica, tanto meno di politica internazionale.
Invece là fuori tutti grandi esperti, tutti che sottoscrivono frasi della Fallaci, tutti a sentenziare. 

Ora, piango per i morti, tutti.
Quelli di Parigi e quelli di Beirut, per i morti in Siria e in Russia, e anche per quelli che sono morti in Africa prima di questi e tuttora muoiono; piango, perché tutti avevano genitori, figli, fratelli, amici; tutti i morti avevano una vita, qualcuno di sicuro aveva dei sogni e dei progetti che non potranno più realizzare; piango perché i morti sono tutti uguali, perché togliere la vita è un atto atroce, un peccato mortale, un gesto senza ritorno, ineluttabile. 

E poi piango perché qualcuno ha chiesto la morte di chi ha portato morte, credendo così di insegnare qualcosa, di ottenere una rivincita, di dare una lezione. 
E questa richiesta di vendetta è indiscriminata, non fa distinzioni, è cieca.
Che avessero il coraggio, queste persone, di alzare la loro mano armata di fronte ad un altro uomo o un bambino e prendersi la responsabilità di un atto senza ritorno, colpevole senza attenuanti, come l'uccidere un altro essere vivente. 
Invece invocano l'esercito e lo Stato e le bombe perché qualcuno faccia ordine e pulizia per loro.

E questo mi fa poco ben sperare per gli animali, che allo stesso modo vengono quotidianamente allevati ed uccisi, ma lontano dagli occhi e dal cuore di chi poi se ne ciba. 
Che valore ha la vita di una animale se non ha nessun valore quella di un uomo? 

Per questo credo che tutto parta dall'educazione. 
Empatia, rispetto, coerenza.
Insegnamo più ai nostri figli valori simili? Direi di no.
Insegnamo invece la paura e l'egoismo, che il giusto lo puoi adattare alle tue esigenze, che il bene ha due pesi e due misure, che ci sono vite che hanno più valore e altre che ne hanno meno o non ne hanno affatto. 
Insegnamo che se le cose sono scomode o brutte si può guardare altrove, distogliere lo sguardo, delegare.

Moira Orfei ha creato un grande business sfruttando gli animali. 
Ha detto cose atroci sulle bestie con serena disinvoltura; ha importato, torturato e maltrattato centinaia di elefanti, tigri, foche e cavalli nella convinzione che fossero esseri inferiori e che fosse giusto sottometterli con ogni mezzo per ottenere obbedienza.
Ma da cosa nasce questo suo pensiero? 
Dall'educazione ricevuta, perché prima di lei genitori e nonni facevano lo stesso. E ci hanno costruito un impero. 
Poche menti illuminate avrebbero saputo, al suo posto, comprendere che tutto ciò in cui le persone a loro più care tenevano, credevano ed insegnavano da generazioni, fossero sbagliate, aberranti, lontane dal vero bene e dalla Natura a cui apparteniamo.
Per cui non è giustificabile, Moira, ma è comprensibile. 
A poco serve rallegrasi per la sua morte, perché dopo di lei altre generazioni sono state allevate nello stesso spirito, dove non c'è spazio per empatia e rispetto per gli altri esseri viventi.

E questo mi riporta alla foto, -agghiacciante ai miei occhi- del bimbo torero
Perché in Spagna esistono scuole dove si insegna fin da piccoli ad uccidere tori in un'arena. 
È una tradizione e c'è chi continua a perpetrarla.
Ha colpa quel bambino a cui insegnano che è giusto così,  a non tremare di fronte al sangue, perché la vita di un toro non ha valore, ma il valore semmai viene dalla sua morte? 
Ha senso condannare un giorno l'adulto che sarà perché, senza scrupoli, infilzerà animali fino allo stremo, senza pietà, senza sentire un filo di tenerezza?
Se esistono i toreri sono dunque tutti colpevoli gli Spagnoli?

Ecco, allora io voglio crescere mia figlia diversamente, voglio che capisca che la vita ha un valore, quella degli uomini e quella degli animali, tutti, senza distinzione. 
Non ci sono categorie, non c'è una serie A e una serie B, non amiamo i cani e i gatti e facciamo uccidere da altri, per gola, vitelli, maiali e cervi; non amiamo profondamente i nostri amici e poi chiediamo con cinismo la testa di chi vive a 100 mila chilometri di distanza perché è arabo o nero o mussulmano e qualcuno ci spinge a pensare che siano la causa di tutte le guerre.

La guerra è un grande business. 
Non chiediamo la pace, non speriamo che le guerre finiscano. 
Non succederà. 
Come non chiuderanno tutti gli allevamenti e i macelli.
Ma possiamo sempre scegliere, senza seguire il flusso, la tradizione, il pensiero dominante.
Non cediamo all'odio indiscriminato, non rinunciamo alla coscienza, non smettiamo di tenere gli occhi aperti e il cuore vigile.
Creiamo pace intorno a noi, educando al rispetto, alla non-violenza e all'amore i nostri bambini. 

Questi sono i miei pensieri natalizi, perché il Natale è uno stato del cuore, un costante sentire di far parte di qualcosa di immensamente più grande, un proposito che non si spegnerà a Gennaio 2016. 

21/12/15

FOCACCIA SENZA GLUTINE DI FARINE BUONE - GLUTEN FREE FOCACCIA

La ricetta di oggi l'ho trovata su Veganly.it, portale di ricette vegan di cui faccio parte, ma che ne raccoglie tantissime! E' di Emanuela, il cui bellissimo blog si chiama La Rapa Cruda. Non la conosco personalmente, ma seguitela perchè è molto creativa e le ricette funzionano (cosa non scontata)...

Se vi ricordate avevo comprato online da Natuvarabio.com la farina di tapioca?
Ecco, l'ho usata proprio qui, perchè è una farina versatile, senza glutine, molto nutriente ed essendo ricca di amido, dona sofficità agli impasti.

La ricetta originale prevedeva -tra gli altri ingredienti- l'uso di lievito di birra secco e farina di ceci.
Il primo non l'avevo, la seconda non mi fa impazzire, dato che conferisce un forte sapore a tutto quello che tocca e diventa troppo caratterizzante, a meno che stiate facendo una frittata di ceci ;)

Ho utilizzato un lievito madre attivo. Ce ne sono molti, ma questo funziona davvero!
Il marchio è Ruggeri e l'ho trovato alla Coop (grazie alla dritta della mia amica Anna).

A Natale, al posto del solito pane, portate in tavola questa, andrà a ruba, è perfetta per tutti, grandi, piccoli ed intolleranti! Cosa chiedere di più?

Ingredienti per una teglia:

150 gr di farina di riso
75 gr di farina di tapioca
70 gr di farina di quinoa
310 ml di acqua
25 gr di lievito madre secco
1 cucchiaino di malto di riso
3 cucchiai di acqua
sale e olio evo q.b.

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Miscelate gli ingredienti secchi: farine, una presa di sale e il lievito madre secco. Poi aggiungete 2 cucchiai di olio extravergine e il malto, quindi l'acqua.
Mescolate con un cucchiaio di legno finchè l'impasto sarà ben amalgamato.
Il risultato è un composto piuttosto morbido e appiccicoso.
Ora foderate una teglia da 21 x 31 cm circa con la carta forno, ungetela abbondantemente, quindi stendete l'impasto della focaccia.
Lasciate lievitare in forno, ben coperto, almeno 4 ore, meglio tutta la notte.
La focaccia crescerà un pochino, ma non vi aspettate la resa di quella classica, in questo caso non c'è glutine e la lievitazione è, di conseguenza, ridotta.

Delicatamente, con i polpastrelli fate dei buchi su tutta la superficie (si staccheranno dei pezzi di impasto, voi rimetteteli dove erano!).
Ora in un bicchiere unite 3 cucchiai di acqua e 3 di olio evo, mischiateli bene con una frusta, quindi spruzzateli sulla superficie della focaccia.
Terminate con un macinata di sale grosso integrale.
Infornate per 10 minuti a 200 gradi, poi per altri 15 a 180 gradi.

Il profumo è divino e inonderà casa; la vostra voglia di carboidrati e zuccheri sarà soddisfatta al 100%; i sensi di colpa si nasconderanno dietro al fatto che tutto ciò è gluten free e appena possibile la rifarete!

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Bibi dice "piace" e "no piace", questa piace :D
Ingredients for a pan:

150 gr rice flour
75 gr tapioca flour
70 gr quinoa flour
310 ml of water
25 gr dry yeast
1 teaspoon rice malt
3 tablespoons water
salt and olive oil q.s.

Mix the dry ingredients: flour, a pinch of salt and the dry yeast. Then add 2 tablespoons of olive oil and malt, and water.
Stir with a wooden spoon until the dough is well mixed.
The result is a compound rather soft and sticky.
Now line a baking sheet 21 x 31 cm with parchment paper, grease it thoroughly, then roll out the dough of the focaccia.
Let rise in oven, well covered, at least 4 hours, preferably overnight.
The focaccia will grow a little, but do not expect the yield of the classic one, in this case there is no gluten and the leavening is, accordingly, reduced.

Gently, with your fingertips do the holes over the entire surface (pieces of dough will come off, put them back where they were!).
Now in a glass mix together 3 tablespoons of water and 3 of olive oil, then sprinkle on the surface of the focaccia.
Finish with a pinch of salt.
Bake for 10 minutes at 200 degrees, then for a further 15 to 180 degrees.

The scent is divine and will flood the house; your craving for carbohydrates and sugars will be met at 100%; guilt will hide behind the fact that everything is gluten free and as soon as possible you redo it!

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12/12/15

SPAGHETTI ALLE ALGHE PER RICORDARE UN'ESTATE IN GRECIA - SEAWEED SPAGHETTI WITH TOMATOES AND MORE

E' un po che non trovo il tempo di scrivere una ricetta.
Oggi forse ce la faccio ...Se Bibi dorme ancora un pochino...

Ho fatto acquisti online su Natuverabio.com.
In genere faccio la spesa nei negozi fisici, ma ogni tanto non ho tempo e faccio shopping online!
Se vi capita, loro sono molto forniti e veloci, in più la consegna è gratis sotto le 28 euro, che è poco (ve lo dico perchè lo so!).

Tra le altre cose ho preso degli spaghetti di grano duro con alghe, un pacchetto di farina di tapioca e un pacchetto di segale.
Diciamo che lo shopping online mi fa venire voglia di provare cose nuove, così butto sempre nel carrello due o tre prodotti non comuni. Poi una ricetta per utilizzarli la troverò o me la inventerò...(Quindi state attenti perchè prima o poi vi faccio sapere cosa ho fatto con la tapioca e la segale).

E' un modo per uscire dalla zona di confort, no? Si dice così?

E' come quella mia amica che non comprerebbe mai un bel maglione blu elettrico perchè sa che nel suo armadio non c'è altro dello stesso colore o comunque perchè non le sembra un colore facilmente abbinabile.
Io le ho sempre detto, Tu inizia, prendi un pezzo blu elettrico, poi piano piano vedrai che altri arriveranno, oppure che qualcosa di perfetto da accostare, ben nascosto nel guardaroba, c'è!
Se no che noia, si finisce sempre vestiti di nero o beige o tortora (maledetto tortora) o qualche altro banalissimo colore che "sta bene con tutto".

Ora applico la mie teoria agli ingredienti... 
Non so bene cosa sia qualcosa, non so bene in quale ricetta mi servirà, con quali altri sapori lo potrò accostare, beh, io lo compro, poi la fantasia e la curiosità mi porteranno di sicuro da qualche parte!
E così a casa nostra a tavola non ci si annoia mai ;)
A volte si ride per dei terribili flop (che non vi riporto se no poi non mi seguireste più ahahah) a volte si fanno bellissime scoperte!

In questo caso vi lascio la ricetta degli "spaghetti greci" in versione vegan.
Di greco, per capirci, non hanno nulla, nè gli originali, nè questi. 
Semplicemente, taaaaanti anni fa, io e Andre, non ancora sposati, abbiamo fatto diverse amene vacanze on-the-road con la nostra tenda e proprio in Grecia, più di una volta, ci cucinavamo degli spaghetti panna, pomodoro, prezzemolo, basilico e tonno. 
Da lì in poi questa ricetta divenne per noi "la pasta greca".

Ovviamente ora il tonno è bandito da tempo ma quella pasta era divina, o forse così la ricordo, visto che la mente elabora e distorce e i ricordi delle vacanze sono sempre meravigliosi ricordi.
Allora, con questi spaghetti alle alghe, ho pensato, Forse sapranno un po' di mare, forse potrei fare qualcosa che mi riporti un po' laggiù, tra sabbia e mare blu, con il mio efficientissimo fornelletto da campo... 

Il risultato è stato davvero molto molto apprezzato, non sono proprio come quegli spaghetti là, il sapore di mare è davvero delicatissimo, ma in ogni caso vi consiglio di provarci pure voi perchè, Grecia o no, pensare un pochino all'estate a 10 giorni da Natale fa bene, molto bene!


Ingredienti per 3 persone:

300 gr di spaghetti alle alghe
200 gr di ceci cotti
1 manciata di capperi dissalati
1 confezione di panna vegetale 
150 gr di passata di pomodoro
2 cucchiaini di alghe miste in polvere
basilico
prezzemolo
olio evo, sale q.b.

Frullate grossolanamente i ceci con i capperi e tenete da parte.
Scaldate qualche cucchiaio di olio evo in una grande padella, quindi cuocete per pochi minuti il pomodoro con tanto basilico e parecchio prezzemolo.
Unite poi la panna (io ho usato metà panna di riso e metà panna d'avena, ma usate quella che avete o che vi piace di più), mescolate bene, aggiustate di sale e cuocete finchè non si asciugherà leggermente. 
Ora aggiungete i ceci e i capperi frullati, le alghe in polvere e mescolate bene. Spegnete il fuoco e tenete da parte.

Cuocete gli spaghetti alle alghe per circa 8 minuti in acqua salata, scolate e condite con la salsa "greca" anche se è "greca" solo per me! :)

Questi spaghetti sono davvero ottimi, tengono bene la cottura e il sapore di alghe è impercettibile. Dato che le alghe dovrebbero entrare più spesso nella nostra dieta, visti i benefici e le proprietà, penso che questo sia un ottimo modo per farlo!


Ingredients for 3 servings:

300 gr seaweed spaghetti
200 gr cooked chickpeas
1 handful of capers
1 package of vegan cream
150 gr tomato sauce
2 teaspoons of mixed seaweed powder
basil, parsley q.s.
extra virgin olive oil, salt q.s.

Coarsely whisk chickpeas with capers and set aside.
Heat 2 tablespoons of extravirgine olive oil in a large skillet, then cook for a few minutes the tomato sauce with a lot of basil and a lot of parsley.
Then add the cream (I used half rice cream and half oatmeal cream, but use what you have or that you like more), stir well, add salt and cook until they dry out slightly.
Now add the chickpeas and capers, seaweed powder and mix well. Turn off the heat and set aside.

Cook the seaweed spaghetti in salted water for about 8 minutes, drain and season with the sauce.
Enjoy!

25/11/15

LA TORTA CHE VOLEVA ESSERE UN PANETTONE - CHRISTMAS PANETTONE CAKE

Parliamo di Panettone, o Pan di Toni :)
E' di certo il classico dei classici natalizi milanesi, ormai diffuso in tutta Italia. 
C'è a chi piace con le uvette e i canditi, chi solo uvette, tutti concordano che deve essere morbido, soffice, non secco, bello vaporoso. 
Poi ci sono i fan del Pandoro, ma quella è un'altra storia.

In pratica il Panettone è un lievitato, come il pane, ma molto più ricco, perché è il pane delle feste.

Veniamo a noi...
Si può fare il Panettone vegan in casa?
Certo. Ma.
Avete bisogno di: lievito madre, e guai a parlare di lievito di birra; uno spazio al riparo da cani, gatti, bambini e affini; tempo, tranquillità, pazienza, esperienza con la lievitazione; un bel clima di pace e armonia intorno a voi (che il lievito madre, si sa, sente tutto ed è solidale, quindi se siete giù, sarà giù pure lui) e per finire un pizzico di follia, perchè, in fin dei conti, si trovano ottimi Panettoni di pasticceria (anche vegan) già belli pronti.

Io da qualche mese faccio prove. 
Beh, non sta andando per niente bene. 
Il mio Panettone non lievita abbastanza, ad andar bene si ferma a metà, non esce dallo stampo come dovrebbe, non gli viene quel bel cappello a fungo, dentro resta poco areato e piuttosto gnucco. 
Non c'è verso, ho fatto almeno 4 infornate. Niente.
Si vede che qui non ci sono le condizioni perfette per farlo, si vede che non ci sono portata.
Quindi lo lascio fare a quelli bravi, ai panificatori doc, agli appassionati di lievito madre e dintorni, agli spacciatori di vasetti di batteri mangia glutine :)

Ma non mi do per vinta.
Avrò il mio dolce di Natale, al Gusto Panettone
Così oggi ho fatto una torta soffice, una specie di torta paradiso, ma ho aggiunto scorze d'arancia essiccate, scorze d'arancia e di limone fresche, vaniglia e uvette.
E ho vinto. 
Ne è uscito un dolce squisito, sa di Natale al punto giusto, ti riporta al pranzo di famiglia, alle cene con gli amici nel mese di Dicembre, alle colazioni in pigiama nei giorni di festa, alle coccole e ai regali sotto l'albero, ai momenti felici intorno ad una tavola sfatta dopo tante portate, quando non ce la fai più ma una fetta di Panettone la mangi comunque, perchè è buono e sa di cose speciali...

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Volete farlo anche voi?
Ecco la ricetta.

Ingredienti:

320 gr di farina 0
300 gr di tofu al naturale
100 gr di zucchero di canna mascobado 
100 gr di olio di vinacciolo
200 gr di latte di riso (o altro latte vegetale)
100 gr di uvette
8 gr di cremor tartaro
1/2 cucchiaino di bicarbonato
1 pizzico di sale
2 cucchiaini di vaniglia Bourbon in polvere
9 gr di scorze d'arancia essiccate
1 arancio non trattato, la scorza
1 limone non trattato, la scorza (se avete il cedro meglio)

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Frullate nel mixer il tofu, l'olio, il latte e lo zucchero per 1 minuto.

In una ciotola miscelate invece gli ingredienti secchi: la farina setacciata, il cremor tartaro, il bicarbonato, il sale, le scorze di arancio e limone, le scorze di arancio essiccato, la vaniglia e le uvette.

Aggiungete quindi alla parte secca quella liquida, mescolando energicamente in modo da incorporare bene tutti gli ingredienti. Ne uscirà un impasto piuttosto denso.

Ora ungete uno stampo da 17-20 cm, infarinatelo e versateci il composto.
Infornate per 1 ora a 170 gradi.

Se avete forme da panettone potete usare quelle, l'importante è che non siano troppo grandi.
Io sono felice così, il Panettone vegan forse lo compreremo, ma il mio confort food natalizio già ce l'ho e lo rifarò fino all'Epifania!

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English text....

19/11/15

CROSTATA AL CACAO CON CARAMELLO SALATO E GANACHE AL CIOCCOLATO - COCOA TART WITH SALTED CARAMEL AND CHOCOLATE GANACHE

Questa ricetta è una di quelle che avrei dovuto fare al corso della scorsa settimana, corso che -qualcuno già lo sa- è saltato perchè avevo pochi iscritti.
Tantissime persone mi hanno detto che sarebbero venute, se solo non avessero dovuto lavorare o studiare o incontrare i parenti o andare ad un battesimo o ad un altro corso (evidentemente più fico del mio)...
Va beh, peccato... Sarebbe stato bellissimo, perchè il cioccolato è una goduria pazzesca!
Chissà se e quando lo rifarò...

Intanto vi lascio le foto del corso precedente, quello sul Tofu! Non avevo ancora avuto modo di sistemarle... Ci siamo divertiti, corsisti fantastici e un aiuto incredibile dal mio amico German, mitico!!

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Torta salata con tofu e pomodorini
Torretta di pane, tofu al absilico, cavolo viola e cavolo cappuccio con mele e uvette
Risotto alla zucca e tofu affumicato al limone
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Spiedini di tofu, carote e ananas con crema di sedano rapa
Bastoncini di mare con maionese veg
Palline di okara e patate con ketchup homemade
No-Cheesecake con marmellata di frutti di bosco
La scorsa domenica, invece, io e la mia amica Anna, abbiamo comunque preparato dei ravioli al cacao con ripieno di veg-caprino affumicato, cavolo nero e zucca conditi con olio, salvia e scorza d'arancia. 
E poi abbiamo fatto questa crostata, appunto.

Dato che sono buona, anzi buonissima, condivido con voi la ricetta, vi consiglio di rifarla perchè è qualcosa di goloso da star male. Non contate le calorie, tanto è vegan ;)

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Ingredienti per la frolla:

300 gr di farina T2
100 gr di mandorle
150 gr di zucchero di canna grezzo
110 gr di acqua
95 gr di olio di semi di vinacciolo
3 cucchiai di cacao amaro
5 gr di cremor tartaro
1 pizzico di sale
1 cucchiaino di wow-mix di spezie (qui la ricetta)

Ingredienti per il caramello salato:

100 gr di zucchero di canna grezzo
30 gr di olio di cocco 
10 gr di burro di cacao 
100 gr di latte di cocco (lattina) 
1 presa di sale rosa

Ingredienti per la ganache al cioccolato:

300 gr di cioccolato fondente 70%
50 gr di zucchero di canna grezzo
160 ml di latte di nocciole (o altro latte vegetale)

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Iniziate a preparare la frolla.
Tritate le mandorle al mixer per ottenere la farina.
Setacciate la farina semi-integrale e il cacao.
Miscelate prima gli ingredienti secchi quindi aggiungete olio e acqua.
Fate un impasto omogeneo, copritelo con la pellicola e lasciatelo riposare in frigo per almeno 1 ora.

Veniamo al caramello salato! C’è chi lo ama e chi lo detesta… Io lo adoro! 
Il caramello è dolce amaro, cremoso, leggermente salato, tostato: una ricca gamma di sfumature di sapore che lo rende unico. 
Perfetto per farcire la nostra crostata, riempire dei cioccolatini, da spalmare su un pezzo di pane caldo e croccante, come glassa golosa per biscotti speciali. 
La ricetta originale prevede panna e burro, in questo caso lo abbiamo migliorato, solo ingredienti cruelty free e molto più sani! Non si accorgeranno della differenza! 
Bisogna stare attenti quando si scioglie lo zucchero, ci vuole un pochino di pazienza e non bisogna lasciarsi prendere dal desiderio di mescolare…

Pesate l’olio di cocco e tenetelo a temperatura ambiente. 
Unite il burro di cacao e tenete da parte (non c’è bisogno di scioglierli prima). 
In un pentolino non troppo piccolo versate lo zucchero. 
Fatelo caramellare finchè avrà un bel colore ambrato. Muovete il pentolino per agevolare lo scioglimento dello zucchero ma, come vi dicevo, non mescolate, se no si formeranno dei grumi difficili da eliminare. 
Usate una fiamma medio/bassa e abbiate pazienza, ad un certo punto fonde! 
A parte, in un altro pentolino, portate a ebollizione il latte di cocco. 
Quando il caramello è pronto togliete la pentola dal fuoco e versate il latte di cocco caldo mescolando con un cucchiaio di legno. State attenti perchè il caramello a contatto con il latte schizzerà. 
Mescolate continuamente e rimettete il caramello sul fuoco. Fate cuocere ancora qualche minuto. 
A questo punto togliete dal fuoco e unite il burro di cacao e l’olio di cocco mescolando bene fino a quando otterrete una crema omogenea. 
Unite anche il sale e mescolate di nuovo. Lasciate raffreddare a temperatura ambiente.

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A questo punto stendete la frolla. Ungete ed infarinate uno stampo da crostata, quindi adagiatevi la sfoglia eliminando la pasta in eccesso (tenetela da parte per farci dei biscottini). Bucherellate il fondo e i bordi con una forchetta. Cuocete per 25-30 minuti a 180 gradi.

Una volta cotta riempite con il caramello salato e lasciate raffreddare bene.

Intanto preparate la ganache.
Fate bollire il latte con lo zucchero, quindi spegnete il fuoco e aggiungete il cioccolato fondente a pezzetti. Mescolate finchè non sarà ben sciolto.

Ora versate la ganache sopra al caramello livellandola delicatamente con un leccapentole (non dovete mischiare i due strati). Decorate con granella di nocciole e lasciate raffreddare in frigorifero per 1-2 ore prima di servire.

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